Gli Scarriolanti e l’Uva Fogarina.

CALDAREN

Il percorso inizia in questo meraviglioso bosco del Caldaren, a raccontarci qualcosa su di lui ci hanno pensato le  G.G.E.V. :

Per godere al meglio questo breve ma intenso sentiero che attraversa il bosco del Caldaren ascolta il tuo passo che appoggia su un tappeto di Humus dolce e accogliente.
Osserva la diversa colorazione di verde delle foglie e gli imponenti pioppi che ti guardano dall’alto delle loro imponenti chiome.
Lasciati abbracciare dai rami più vicini dell’acero, del sanguinello, dell ‘amorpha e dalla massa armonica di questo bosco naturale e selvaggio che ti fa entrare nel tuo mondo interiore fatto di ascolto, di silenzio e di estraniazione.
Osserva i tronchi abbattuti dove ti puoi sedere ma anche vedere quanta vita c’è sul legno e sulle foglie in decomposizione.
Respira profondamente i profumi, ti allieteranno, dell’umido o del secco, delle piante in fiore che ti riporterà agli odori delle stagioni.
Ascolta i richiami degli uccelli, il ronzio degli insetti e delle zanzare d’estate, gli animali dai più grandi ai più piccini come le lumache o le raganelle, che ti puoi trovare all’improvviso sotto i piedi.
Per uscire devi andare in fila indiana, qui i rovi e la cannuccia palustre invadono il sentiero e ricordandoci che un tempo scorreva il fiume il Po.
Questa è la zona che resta più umida e favorisce la ricrescita di queste essenze arboree tipiche del paesaggio padano e di golena.

Anche se di piccole dimensioni il bosco de i Caldaren è di grande importanza per la biodiversità genetica delle specie e del paesaggio, luogo di rifugio e di nidificazione della fauna, barriera naturale in caso di parassiti, ma soprattutto la ricchezza delle reti alimentari e vegetali fa sì che il bosco spontaneo si autoalimenti e si autoregoli

G.G.E.V.

Storia e nozioni Tecniche:

Area di riequilibrio ecologico A.R.E.” I CALDAREN” fu istituita con L R n: 6 del 17/02/2005, già Riserva Naturale Orientata con la LR n:11 del 2/4/1988

L.’A.R.E si estende per circa 13 ettari, tra Viale Po e Via Livello ed è situata in area golenale chiusa, sorge nelle ex cave estrattive di argilla , attive nella prima metà del XX secolo, che veniva utilizzata per la produzione di mattoni e coppi presso la Fornace di Altomani in località Baccanello di Guastalla, dall’altra riva del Crostolo.

Il trasporto del materiale avveniva mediante una teleferica con appesi del secchi ( in dialetto caldarèn ) da cui deriva il nome dell’area. 

All’interno a metà del sentiero si possono vedere i puntoni che sostenevano i cavi di trasporto della teleferica.

Lo sfruttamento della cava si esaurì negli anni 60 a causa dei dislivelli, della persistenza dell’acqua in certi periodi dell’anno e la diffusione dei più efficienti mezzi motorizzati.

L’argilla nelle cave era scavata dai famosi Scarriolanti, operai braccianti spesso organizzati in cooperativa , i quali per poter lavorare dovevano possedere almeno la carriola e il badile.

Gli scarriolanti, come formiche instancabili, salivano e scendevano dalle rive scavando, trasportando e battendo la terra dei canali, degli argini e delle strade : con le loro mani e le loro schiene hanno modellato il delicato paesaggio dei canali della pianura.

Con l’abbandono la cava fu utilizzata dai cittadini come discarica abusiva di rifiuti edili causando il suo degrado.

La crescita di una maggiore cultura ecologica e la sensibilità dei volontari gualtieresi ha permesso la ricostruzione di un Ecosistema Boschivo naturale spontaneo e il recupero dell’area a favore delle specie animali e vegetali tipiche delle zone umide planiziali.

Negli anni ’80 la cava dei Caldaren fu acquistata dal Comune di Gualtieri e dalla provincia di Reggio Emilia, allo scopo di creare una riserva naturale protetta.

La varietà morfologica dell’area permette la vita a una varietà di comunità vegetali piuttosto omogenee.

IL BOSCO IGROFILO PLANIZIALE 

Molto esteso ed è stimato il più “vecchio” all’interno delle golene reggiane, sono presenti almeno 32 specie diverse di alberi ed arbusti autoctoni.

Il bosco si è creato spontaneamente nel corso di 50 anni con uno strato arboreo di Salice Bianco, Pioppo Bianco, Pioppo nero, Pioppo Gatterino, Olmo Minore, , Acero Campestre,Farnia, Ontano, Frassino e uno strato arbustivo costituito da Olmo, Rosa Canina, Gelso, Ligustro, Fusaggine, prugnolo, ciliegio, Sanguinella, Corniolo, Cervospino.

Questa parte di bosco è stata lasciata evolvere in modo naturale e spontaneo per consentire la conservazione e lo sviluppo della microflora e microfauna indispensabili in un habitat naturale e biodiversificato.

IL Bosco Mesofilo

È caratterizzato dalla presenza del Carpino, Robinia, Orniello, Vitalba, Sorbo,Rovo.

Vegetazione palustre si sviluppa nelle zone acquitrinose; Tifa, Canna Palustre, Iris di Palude, Campanellino Estivo, Romice, Tabacco di Palude, Carice.

Sono presenti diverse specie alloctone infestanti che invadono la vegetazione autoctona: Amorpha Fruticosa ( Indaco bastardo) Sicyos Angulata ( Zucchino Cinese) Humulus Japonicus ( Luppolo Giapponese).

Le siepi che delimitano il perimetro dell’area , sono formate da Ciliegio, Prugnolo, Biancospino, Sanguinella Sorbo, Nocciolo, piantumate in parte con il lavoro volontario.

La fauna avicola comprende, Picchio Verde, Picchio Rosso, Usignolo, Cardellino, Verzellino, Cinciallegra, Civetta, Gufo.

Nelle aree limitrofe vivono Germano reale, Nitticora, Cormorano, Airone Cinerino, Garzetta Gallinella D Acqua, Folaga.

La fauna mammifera: donnola, riccio, arvicola , volpe, caprioli e nutria ( specie alloctona).

Oltre a diversi anfibi, rettili e tanti insetti e farfalle.

L’AULA DIDATTICA A CIELO APERTO

Proseguendo a Nord per Via Livello si raggiuge l’Aula Didattica a cielo aperto. L’area, di proprietà comunale, era una discarica di inerti abbandonata che in poco più di 20 anni è stata trasformata dalle G.G.E.V. in orto botanico a disposizione di tutti: un piccolo bosco con diverse essenze vegetali adibita a Laboratorio dove si impara a riconoscere gli alberi , le erbe e l’importanza della biodiversità ambientale padana.