Antonio Ligabue
All’interno del Palazzo Bentivoglio,nella sala di Giove ha sede il CENTRO STUDI dedicato ad Antonio Ligabue (1899-1965), costituito da due opere originali: un Autoritratto di proprietà del Comune di Gualtieri ed il “Gorilla nella foresta” collezione privata e da numerose riproduzioni fotografiche di altrettanti dipinti del pittore vissuto a Gualtieri. Multipli di sculture, lastre, incisioni, audiovisivi, fotografie e documenti corredano il patrimonio del Centro Studi dedicato all’artista e inaugurato nel 1988.
Da Aprile 2012 è presente anche una scultura di volatile in argilla donata al Museo da un collezionista privato.
Nasce a Zurigo il 12 dicembre 1899 e viene registrato con il nome di Antonio e col cognome Costa della madre non sposata.
Bonfiglio Laccabue, nato a Gualtieri emigrato in Svizzera, gli darà in seguito il cognome sposando la madre nel 1901 e rendendolo così cittadino di Gualtieri.
A nove mesi viene affidato alla famiglia Gobel, svizzero-tedesca, con cui resterà fino al 1919. Rilevante la figura della matrigna, Elise Hanselmann, svizzera evangelica, a differenza del patrigno, tedesco cattolico, emigrato da Hessen.
Antonio è gracile, rachitico, si esprime in svizzero tedesco. Frequenta la scuola di S. Gallo e in sei anni arriva alla terza elementare.
Viene affidato all’Istituto di Marbach, diretto dal prete evangelico Norman Graf, dopo l’espulsione dall’istituto per giovani non normali di Flabat, nel circondario di S. Gallo, in cui l’avevano mandato i genitori adottivi.
Manifesta disturbi nervosi.
Di tanto in tanto torna in famiglia, per rientrare poi in istituto.
E’ espulso da Marbach. Resta fino al 1917 con la famiglia a Staad. Fa il contadino nel circondario. Si sottopone alla visita militare presso il consolato italiano di Zurigo e viene dichiarato riformato.
Nel maggio del 1919 fu espulso dalla Svizzera e raggiunse Gualtieri scortato dai carabinieri il 9 agosto 1919. A Gualtieri lavora come “Giornaliero”, frequenta solo gli emigranti che conoscono un po’ il tedesco.
Fra il 1921 e il 1924 invia sue foto alla matrigna.
Fa il bracciante, poi l’operaio (godrà di una pensione per questa attività). E’ dapprima ospite presso alcune famiglie, ma le difficoltà della lingua ed il carattere timido e scontroso lo porteranno ad un isolamento che si andrà accentuando anche a causa dei tentativi artistici non compresi.
Durante l’inverno del 1927 conosce lo scultore Mazzacurati; l’incontro è determinante per la sua carriera artistica.
Altri si interessano a lui: il pittore A. Mozzali e A. Bartoli e il flautista L. Ferretti, che lo ospiterà a casa sua.
Nel 1937 primo ricovero all’Ospedale psichiatrico S. Lazzaro di Reggio Emilia, richiesto dal podestà di Gualtieri e suffragato da diverse testimonianze.
“Il paziente si calma dipingendo”
Secondo ricovero all’istituto psichiatrico per psicosi maniaco-depressiva. Viene rilasciato grazie all’interessamento di A. Mozzali, che lo porta a vivere nella sua casa.
Durante l’occupazione tedesca fa l’interprete per le truppe. E’ ricoverato nell’anno 1945 al S. Lazzaro per la terza volta.
Il manicomio lo salva da gravi conseguenze dopo una lite ed un’aggressione a un soldato tedesco. Nei documenti è qualificato come “pittore”.
Tornato a Gualtieri, dopo essere stato dimesso dal S. Lazzaro, trova ospitalità presso il ricovero di mendicità (la cui retta verrà pagata dall’Amministrazione provinciale fino al 1961). Esce dal ricovero e iniziano gli anni durante i quali la fortuna sembra volgere a suo favore.
La sua fama si allarga e la sua stessa attività pittorica subisce un netto miglioramento. A Guastalla, nel mese di novembre del 1962 si inaugura la sua prima mostra, mentre questa mostra era in corso di svolgimento fu colpito da una “emiparesi” e ricoverato al reparto Neurologico di Villa Marchi di Reggio Emilia; torna al ricovero “Carri” di Gualtieri.
Fu battezzato nel suo letto di malattia, il 18 giugno ed il 24 luglio 1963 fu cresimato dal Vescovo di Guastalla.
Muore al ricovero il 27 maggio 1965, proprio mentre a Reggio Emilia è in corso una sua mostra ed esce una monografia su di lui.
DAM UN BES – La canzone che i Nomadi hanno dedicato a Ligabue:
DOVE E’ POSSIBILE VEDERE OPERE DI LIGABUE?
dal 27 Maggio al 12 Novembre 2017 presso Palazzo Bentivoglio “L’Ossesione dello Sguardo” Zavattini incontra Ligabue.
2 Marzo 2013 – 9 Giugno 2013 “Antonio Ligabue. Istinto, Genialità, Follia” presso Lu.c.c.a Lucca Center of Contemporary Art. Lucca
17 Febbraio – 16 Giugno 2013 “Borderline. Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art brut a Basquiat” presso MAR. Museo d’Arte della Città di Ravenna. Ravenna